Puff…!

Quando ero piccolo e i miei mi portavano al mare (Vietri era la meta massima che potevamo raggiungere e permetterci) vedevo che, prima di entrare in acqua, quasi tutti – grandi e piccoli – si facevano il segno della croce. Mia madre o la nonna o mio padre (tutta gente che non sapeva nuotare) mi invitavano a fare lo stesso.
Lo facevo. Con riluttanza. Pensavo che, evidentemente, il mare anche lì a Vietri, era colmo di pericoli. Del resto papà diceva: “pe’ mare nun ce stanno taverne”.
Boh… non capivo bene il senso di quella frase, ma doveva voler dire qualcosa di serio!
Del resto c’erano tutti quei segnali, quegli obblighi:
Non si può fare il bagno se non sono passate 3 ore da quando hai mangiato. Sì ma per mangiato che cosa s’intende?! Un pranzo completo? La zuppa di latte del mattino? La “graffa” che compravi sul lido? Non era dato saperlo!
E poi c’era quella corda con le boe che correva lungo tutto “il mare” ad una distanza più o meno di 4-5 metri… Insuperabile! Ma pure col salvagente?! Assolutamente!
E c’era il bagnino che, appena s’alzava un po’ di vento e il mare faceva l’ondina, si metteva lì sulla battigia a controllare col suo fischietto pronto! ‘O anema bella, che ansia!
La stessa ansia che mi metteva quella barchetta rossa sempre lì pronta con la scritta bianca spesso arrangiata: “salvataggio”!
Onestamente era molto più semplice desistere che farsi il bagno.
Nonostante il diodisalvagente che tenevo alla vita!
Ma ti facevi il segno della croce e ti affidavi a dio e alla beata vergine maria. Puff…
Puff… Un’intera classe di asilo su un gommone alla deriva! La immaginate?!
Follia. Follia mettersi in mare per farsi una traversata nel Mediterraneo d’agosto. Così, tanto per venire qui a minare le nostre città, case, sicurezze… Puff…
Altro che segno della croce!