La libertà di dire stronzate

Come sono stato stupido!
Sono morto senza accorgermene un sacco di volte. Mia madre, santa donna di umili origini e non informata certo sui fatti, mi fece fare tutte le vaccinazioni possibili ed immaginabili sin dalla tenera età. A scuola, quindi già grandicello, ci misero in fila una mattina per farci un livido “tanto” sul braccio. Senza neanche chiedercelo se volessimo farlo! Bastardi.
Poi, a fine agosto del 1973, di punto in bianco un’infezione di colera si diffuse nella città di Napoli. La colpa fu data alle cozze consumate crude. Il panico si diffuse rapidamente in tutta la regione. Il caldo di fine estate contribuiva a rendere “paurosi” gli accumuli di immondizia; l’odore di creolina era la continua esalazione avvertita in quei giorni per le strade. Inopinatamente si diffuse la paura di bere l’acqua dai rubinetti ed iniziò allora il consumo di quella imbottigliata i cui costi lievitarono. La verdura, guardata con sospetto, sparì dalle tavole. Addirittura i più irrazionali evitavano di consumare il pane perché impastato con acqua potenzialmente inquinata e, per lo stesso motivo, la pasta prodotta dai pastifici locali. Barilla prese a diffondersi anche da noi, chi cazzo se la filava prima! Ma ciò che esplose letteralmente fu il consumo di limoni. Era infatti diventato di pubblico dominio che il loro succo fosse arma distruttiva del vibrione, termine che da allora cominciammo a conoscere. Comunque, in men che non si dica – grazie al milione di dosi fornite dalla US Navy, scorte previste per i loro soldati impegnati in Vietnam, ed alle pistole mediche che sparavano il siero senza soluzione di continuità – ci mettemmo tutti ordinatamente in fila presso l’edificio scolastico più grande del paese e in un paio di giorni di inizio settembre fummo vaccinati. Meno di trecento persone furono colpite dal colera in Campania e poco più di dieci decessi si poterono imputare a quell’infezione. Ma ancora oggi, negli stadi di calcio qualcuno continua a gridare ai tifosi del Napoli «colera». Quando sono stato costretto a fare il servizio di leva obbligatorio – altro che cazzo di libertà individuale – arrivati lì vaccinavano tutti contro le malattie che potevano diffondersi in quelle comunità così variegate e vaste. Non so neanche che cosa ci inocularono. Era un mistero.
Per i rischi legati al mio lavoro di un tempo dovetti farmi l’antitetanica in seguito. Così, a cazzo. Ma era per la mia salvaguardia! Ogni anno, da almeno 25 anni, l’ASL mi mette nella lista di quelli che hanno diritto al vaccino antinfluenzale. Ogni anno ad ottobre lo vado a fare. Temendo sempre un effetto collaterale. L’autunno scorso mi so’ fatto inoculare anche il vaccino antipneumococco… dice che mi spettava!
Mo’ mi sono fatto due dosi di Pfizer. Dalla seconda so’ passati più di 60 giorni. A parte prendere il 5G per cui la connessione wi-fi schizza che è un piacere, devo stare attento a non azzeccarmi troppo a chi è stato vaccinato: si creano inopinati effetti calamita. Dirò che, vista la mancanza di contatti fisici che sto vivendo da circa 18 mesi, mi fa anche piacere la cosa!
Ecco, azzeccarmi agli altri… Mi piace e mi manca.
Voi che non volete morire da vaccinati fatemelo questo piacere!
Fateci morire in pace a tutti noi vaccinati. Che cazzo ve ne fotte. Vogliamo stringerci e decedere. Un vantaggio per voi. Avrete il mondo tutto vostro e potrete fare quel che volete. La libertà. Che bella cosa!