C’è un grande prato verde!

Complice il brutto tempo, la notte di ferragosto è stata una notte qualsiasi. Forse per questo ho dormito di un sonno profondo. Ed ho sognato!
Ho sognato il Paese che verrà. Bellissimo.
Nel sogno vedevo verdi prati, fontane zampillanti, bambini sorridenti e scalmanati che rincorrevano un pallone sotto l’occhio vigile di mamme e papà che li guardavano, abbracciati ed innamorati. Maschio e femmina. Papà e mamma. Scritto proprio chiaro sulla loro fronte!
Nell’aria si diffondeva una specie di nenia che veniva fuori da grandi altoparlanti disposti in giro per la città. Dapprima non capivo bene cosa trasmettessero… Ma poi, più attento, capii che era un rosario e che quella era RadioMaria!
Ogni tanto vedevo passare dei ragazzotti pelati, con delle pettorine rosse, braccia dietro la schiena, andamento marziale. Si guardavano intorno mentre uno di loro li riprendeva con il telefonino. In coro, a tempo scandito, gridavano tutti assieme: “Venditore di coccooo! Vieni fuori che non ti facciamo niente…”
Catturato dal clima paradisiaco (infatti pensavo di essere morto e di stare nell’aldilà… Ma poi ho riflettuto che era solo un sogno!) mi sono avvicinato ad una panchina per sedermi. Senza riflettere che lì vi fosse già seduta una coppia. Appena ho fatto il gesto di appoggiare il culo sulla panca, subito l’uomo ha estratto una 44 magnum (cazzo l’ispettore Callaghan!): “Ehi che cazzo fai?!?”
“Scusa, volevo sedermi. Sto dormendo, è un sogno, sono stanco.” “E allora? Non vedi che questa è proprietà privata?” “La panchina?!?” “Sissignore, la panchina! Ci siamo io e mia moglie.” “Scusa, non volevo entrare nella tua proprietà. Mi sono distratto…” “Si vabbè! Dite tutti così voi.” “Voi chi?!”. Domanda senza risposta.
Mi sono allontanato e, incuriosito da una coppia intorno alla quale ronzavano 4-5 bambini, mi sono avvicinato – con circospezione, non volendo invadere nessuna proprietà – ed ho salutato.
“Buongiorno!” “Buongiorno a te!” rispondono in coro tutti. Il più piccolo dei marmocchi fa “Sei italiano, tu?”. “Certo” rispondo “almeno credo… ma sto sognando, non so bene…” “Ma certo che è italiano!” m’interrompe la donna. “Non te l’hanno detto a scuola che nel nostro Paese ci sono solo italiani!?”. E tutti in coro gridano “Prima gli italiani!”.
Come fosse un segnale convenuto, tutti coloro che sono nel prato gridano “Prima gli italiani!”.
Cazzo che sogno di merda!
“Venditore di coccooo! Vieni fuori che non ti facciamo niente…” gridano di nuovo quelli.
Intanto i ragazzini si affollano intorno alla mamma chiedendo ognuno qualcosa: “Mamma, mamma, mamma…”. Per essere cordiale dico “Tutti figli vostri?” “Ma certo, tutti figli nostri! Ne abbiamo 6…” risponde l’uomo. “Siamo una famiglia sai. Una vera famiglia italiana.”
Solo in quel momento mi accorgo che anche loro hanno scritto sulla fronte papà lui, e mamma lei. Lei che dice “Manca il primogenito, Luca, sta facendo il servizio di leva obbligatorio!”
Cazzoooo che sogno di merdaaaa!
“Una famiglia numerosa” dico ridendo ebete. “Una famiglia!” tronca di netto lei.
Lui si avvicina e mi sussurra “Anche perché tutti i figli che il buon dio ci manda ce li teniamo; li dobbiamo tenere. Forse stai sognando amico mio, e non sai che in questo Paese non c’è più l’aborto!” e mi batte una mano sulla spalla!
Cazzocazzocazzo mi devo svegliare!
“Amore. Paolataverna scotta e le sono uscite tante piccole macchioline sulle braccia. Speriamo che sia il morbillo, o la rosolia… così la prendono tutti e si immunizzano”
“Diventiamo immunodeficienti, vero mamma?!” dice la ragazzina più grande…
A questo punto non so voi, ma io dovevo svegliarmi.
Ed allora mi sono ricordato di Schopenhauer. Della volontà e del desiderio… Non lo so se c’entrasse proprio in quel momento, ma dovevo mettere fine a quella sofferenza di cui avevo coscienza. Dovevo obbligare il mio corpo ad uscire da quell’inganno. Svegliarmi!
Più che un sogno, un incubo! E siamo solo a ferragosto.