Dio, patria e famiglia!

Come quasi ogni mattina entro nel bar per il caffè. Ci sono altri 6 avventori, più il cassiere e i due ragazzi dietro al banco.
All’improvviso un pensiero mi turba: siamo in dieci… escluso me, tra gli altri 9 circa 2 hanno votato per Salvini! Mio dio…
Non posso fuggire. Sarebbe troppo palese la mia ritirata.
Mi accosto al banco, ordino con la massima naturalezza possibile. Intanto li scruto. Chi potrebbero essere?! C’è uno accanto a me bassino, cioè alto quanto me diciamo, lui di sicuro potrebbe essere il “circa”. E l’altro?!
Comincio a sudare. Nonostante il vento di scirocco. Un altro avventore mi si avvicina… Mi trovo stretto in mezzo a due legaioli?! Non devo farmi prendere dall’ansia. Calma.
La paura è un odore e loro la sentirebbero!
Poi, penso a quello che ho in tasca. Sono stato previdente. Da quando ho saputo che alle europee qui, nella mia città di provincia del sud, la Lega ha avuto 1/4 circa dei consensi di chi è andato a votare, ho pensato a contromosse valide. E così, prima di uscire di casa, l’ho cercata – sapevo di averla da qualche parte – e me la sono messa nella tasca dei pantaloni. Rovisto come se cercassi una moneta e la tiro fuori, insieme alla mancia da lasciare sul bancone. Con noncuranza. E la bacio!
E dico ai due ai miei lati: “La tengo sempre con me! Me la portò molti anni fa la mia povera mamma da un pellegrinaggio da padre Pio”. Il “circa” sorride beffardo. L’altro mi batte la mano sulla spalla. “‘A mamma è sempe ‘a mamma” dice. Ed io, subito: “Sì, da papà la dico sempre pure io sta cosa della mamma… ma da papà italiano, italianissimo!”.
Lui mi strizza l’occhio. L’altro, il “circa”, annuisce.
Forse l’ho passata liscia. Stavolta.