Il silenzio

Una cosa che mi colpisce di questi giorni è il silenzio quasi surreale che comincio a sentire dopo le sei di sera, quando qualcuno qui, vicino a me, come fa da una settimana ormai, fa partire l’inno.
Dopo… silenzio!
Rotto da qualche abbaiar di cane, dal ticchettio dell’ andatura di chi abita sopra di me che non so cosa ci faccia con un tacco almeno 8 in giro per casa visto – credo – che non possa uscire. Forse si mantiene in allenamento… avanti e indietro per casa… coi tacchi. Nemmeno i bambini del piano di sotto si sentono. Alle otto sento già la loro persiana – è elettrica e quindi la sento ogni volta che la alzano o l’abbassano – abbassarsi: già finita la giornata.
Al momento lo spirito delle sei di sera (non so perché a un certo punto l’orario è stato arbitrariamente fissato alle 18.30) resiste ancora. Dopo l’inno e qualche canzone che di volta in volta dipende dall’estro di chi sta alla consolle (o dal suo umore del momento), dai balconi si ci scambia qualche considerazione sulla giornata: i numeri, i fatti locali, qualche previsione… Poi qualcuno grida “a domani”. Ed il nostro quarto d’ora di convivialità è terminato.
Io non esco sul balcone. Sono fermo sul davanzale a guardare. In tuta. Ma li vedo gli altri tutti ben vestiti, coi giubbotti, proprio come per uscire… di casa: in balcone!
Ieri sera, mentre ascoltavo il silenzio che sentivo dopo questo breve rituale serale, mi è venuta in mente una frase, se la memoria non m’inganna mi pare sia di Chaplin: Pochi sanno apprezzare il dono del silenzio, forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L’animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.