Me ne fotto!

Ma perché è così difficile far comprendere che, solo restando in casa, avendo meno rapporti cosiddetti sociali, ne usciremo il prima possibile?!
Non lo so! Sono giorni che lo dicono ovunque, lo scrivono ovunque… ognuno di noi si è fatto latore, ora supplichevole ora incazzato, di questa disposizione. Eppure continuiamo a vedere gente in giro senza motivo.
Sono disfattisti? Temerari? Fatalisti? Teste di cazzo?
Non è dato saperlo.
Neanche le immagini più crude che la tv trasmette servono.
Addirittura si apre il dibattito sulla “libertà” individuale. Che poi tradotto significa: voglio fare il cazzo che mi pare!
Forse è lì il vero problema, o ci sarà anche altro, non so:
la fatica di coniugare l’IO col NOI che, come popolo, ci ha sempre contraddistinto. Basta vedere le polemiche nate sul farmaco dell’artrite per rendersene conto. Immediatamente Nord contro Sud. Così lo si legge, ahimè!
Cerchiamo chat di gruppo, gruppi social, contatti, amici, relazioni virtuali… ma questo non ci consente di stare bene con se stessi, perché non serve a farci comunità! Ci fa solo urlare la nostra opinione, sfogare – spesso in maniera sgrammatica – la rabbia, l’insulto, la rivalsa.
Ed allora, se tutti NOI continuiamo a dirci di stare in casa, IO me ne fotto ed esco! Forse.