La sconosciuta

C’era una donna, ferma, quasi in mezzo alla strada. Era lì, l’ora era tarda, poche auto in giro. Guardava ai suoi piedi, i pantaloni tenuti su con le mani così che potevo vedere “i zoccoletti” che calzava. Mi sono fermato, pensando che avesse bisogno di aiuto.
E nel fermarmi, mi sono reso conto di quale fosse il suo problema!
Era di fronte allo sportello della sua auto e non poteva raggiungerlo, lo sportello, per salirci, nell’auto. Tra i suoi zoccoletti e lo sportello della sua auto c’era una grossa pozzanghera d’acqua, evidente residuo del gran temporale da poco passato.
L’avevo vista da lontano mentre mi avvicinavo a lei. Avevo rallentato fino a fermarmi. Quanto tempo? Un minuto!? Due?
Non lo so. E da quanto era lì prima che io sopraggiungessi?
Si guardava i piedi. Null’altro. Immobile.
Doveva decidere!
Decidere se bagnarsi i piedi (più verosimilmente correre il rischio di inguaiarsi ‘e zoccoletti!) o attendere una specie di miracolo che la facesse ritrovare di colpo al posto di guida.
Così è!
Spesso ci troviamo ai margini delle pozzanghere. E non c’è altra scelta che “inzupparsi” scarpe e piedi per raggiungere un altro altrove.
Oppure… oppure può accadere che uno sconosciuto, una notte, ti sollevi tra le sue braccia e ti faccia guadagnare l’asciutto.
Ma qualcuno le scarpe dovrà necessariamente bagnarsele!