Lacrime Napulitane!

Lo so è un gioco. È solo una palla che rotola dietro alla quale corrono in mutande alcuni giovanotti che guadagnano un bel po’ di soldi per un periodo della loro vita abbastanza limitato.
Ronaldo e Messi ne nascono pochi.
Ma è un gioco maledettamente serio.
Implica desideri, passioni, emozioni insomma!
Se diciamo agonismo pensiamo a una partita di calcio il più delle volte. In realtà “la gara” ha estensioni più ampie se calata nel quotidiano. Pervade non solo la vita delle persone nelle corse sul lavoro o nella carriera, ma il nostro io e la collettività nelle mutazioni che l’età e i tempi ci impongono. Non solo la quotidianità è un continuo lottare per sopravvivere pur nelle forme più pacifiche e banali, ma anche il mondo delle idee è un agone continuo attorno a grandi problemi: fra bene e male, spirito e natura, uno e molteplice, libertà e determinismo…
È nella natura dell’uomo, sin dall’inizio, sin da bambini!
Sempre tesi alla ricerca di come trasformarsi, come diventare altro da ciò che si è. Probabilmente una lotta che ciascuno di noi conduce fin dall’infanzia per superare ostacoli e difficoltà, vincere gli impulsi e le tendenze egoistiche, sottoporsi alla disciplina e saper anche accettare le sofferenze che nascono dalle sconfitte, appunto.
È l’addio all’età dell’innocenza, l’elaborazione dei desideri, quel crescere che ci costringe – prima o poi – a misurare la distanza fra aspirazioni e vita quotidiana.
Identifico il mio “essere diventato grande” quella notte di Italia-Germania. Eppure avevo solo 10 anni. Eppure fu una vittoria!
Ma c’era stata la lotta. Che non ci fu nella partita successiva e piansi… proprio come questo ragazzino.
Si piange per una delusione. Si piange per una vittoria. Si piange è questo ci fa – ancora – umani. Per fortuna!
Da questa immagine che sta facendo il giro del web, come ormai si dice, a me in diretta ha colpito la madre… che lo coccola stringendolo a sé… Inconsolabile!
Come fai a consolare ciò che non lo è più. Ciò che oramai è andato. Perduto per sempre: come quel calcio di rigore di Baggio o quello di Di Biagio, o quell’uscita di Zenga a cazzo…
Il gioco del pallone. Un gioco serio!