Ponti che crollano

Quello che sta venendo fuori nella vicenda “autostrade-viadotti” non è scandaloso e basta. È criminale! Non mi basta la solita indignazione. Vorrei mettere le mani addosso a qualcuno. Le avrei messe volentieri quest’estate, nei soliti fine settimana che da una ventina d’anni cerco di ritagliarmi in Puglia. Un’abitudine presa da quando la SA-RC era diventata un incubo. E allora scelsi un itinerario meno stressante: scansati i camion di pomodori al ritorno, la meta-Puglia (indifferentemente la amo dal Gargano al Salento) era diventata per me l’ideale. Fino a questa estate. Sono oramai 5 anni infatti, che è diventato un itinerario “rischioso” anche quello. Da quando è precipitato quel pullman di pellegrini nel 2013. Che hanno fatto? Ad ogni cavalcavia/ponte, anche alto o lungo pochi metri, la corsia diventa unica, sia all’andata che al ritorno. Eh sì perché, non sapendo che cazzo fare per renderli sicuri e non essendo sicuri delle protezioni laterali, non ti ci fanno avvicinare. Non fanno lavori. Non ho mai visto un “men at work”. Quest’estate ho sbagliato partenza, ero distratto ed obbligato: sono rimasto in auto, a causa di queste carreggiate uniche, il doppio di quanto generalmente impiego per raggiungere le mie mete preferite. Ma non basta questo per mettere le mani addosso a qualcuno. In realtà non le metterei davvero mai… passato il momento d’ira!
È che stanno giocando col destino. Anche se non c’entra un cazzo il destino se un ponte crolla perché è strutturalmente decaduto e non ci sono state manutenzioni. Stiamo apprendendo che – su alcuni ponti – un “trasporto speciale” porta “al limite” la struttura. E non fanno niente. Lo sanno, e non fanno nulla. Anzi, falsificano i dati. Sono dei criminali e basta.
Evidentemente se da un certo punto in poi sti cavalcavia e sti ponti hanno ceduto, vuol dire che hanno raggiunto il limite della resistenza strutturale ipotizzata per i materiali usati per la loro costruzione. ‘A vecchiaia, in pratica!
E se un essere umano non può essere riparato dalla vecchiaia, un ponte forse sì. Oppure… eutanasia. Prima che ci cada sulla testa o precipiti col suo carico di passeggeri in transito.
La politica in tutto questo non può certo sentirsi assolta. C’è addirittura un ministero alle infrastrutture. E se un ministro non capisce nulla perché spesso è, per esempio un commercialista o un toninelli qualsiasi, tutti gli apparati che sono lì da decenni e che devono controllare sulle concessionarie e sulle loro azioni, che cazzo hanno fatto?!
Chiudo col Ponte Sarno sulla A30. Mi hanno sempre insospettito quelle interruzioni. Due-tre volte in un anno. Ci ho fatto caso, inevitabilmente. E mi dicevo: qui c’è qualcosa che non va! Se ci passavo da sotto, diciamo accanto al mercato di Sarno, vedevo dei trabiccoli fissi sotto al ponte.
Ora si capisce il perché!