Verbale elettorale

Da lontano la vedo, sul parabrezza, sotto il tergicristallo. Insomma, al solito posto!
Cavolo… e che ho fatto?! Le uniche contravvenzioni che ho preso in vita mia sono state per eccesso di velocità… L’ultima una ventina di anni fa: ritiro di patente, punti in meno… Ma a macchina ferma?!? Più mi avvicino e più mi pare che il foglio sia troppo grande per essere una contravvenzione. Mi ci lancio sopra con la morbosa curiosità di chi vuole imprecare al cielo, al sindaco e a quei cazzo di vig… No! Non è un verbale. Ma uno di quei volantini fac-simile elettorali. Cazzo!
Me ne saranno capitati 4-5 in queste settimane. Per lo più giovanissimi ragazzi sconosciuti.
Che poi, siccome qui non fa altro che piovere, si azzeccano sul parabrezza che ci vuole la mano di dio per staccarli.
Ma come funziona il pensiero razionale?! Ammesso che lo si abbia e che funzioni.
Tu pensi che io, tra oltre 400 candidati, non sappia chi votare. E ci sta.
Tu pensi che io, non sapendo chi votare, vedo il tuo volantino sotto il tergicristallo (che mi hai fatto pure venire un poco d’ansia) e… tac… piglio e vado a scrivere il tuo nome in cabina!
Tu sei un genio. Ed io un cretino. Ai tuoi occhi.
Carta, carta, carta… consumata ed inutile. Nel frattempo la Foresta Amazzonica piange lacrime amare.
Voi, generazione social, che scrivete pure col pollice su sta cazzo di tastiera, nel momento cruciale vi affidate alla carta?!? E che cazzo!
Comunque, meglio di un verbale.