Che fine ha fatto il mio compleanno?!

Allora!? Hai deciso che regalo vuoi per il tuo compleanno?
Questa domanda, giunta inaspettata, mi ha ricondotto nella realtà. Cioè alla vita prima di questa, per certi aspetti, surreale quarantena da virus, quando ancora si potevano fare programmi!
Sì, perché erano 10 anni che aspettavo questo compleanno!
C’è stato un periodo della vita nel quale non sapevo di compleanni. E così il primo fu quello dei 40. Una specie di premio per essere sopravvissuto. Il regalo mi fu fatto mettendomi tra le “altre cose”: la prima comunione del primogenito, il battesimo della terzogenita, i miei 40 anni.
Una festa unica.
Da quel momento il mio obiettivo – tacito – era quello di arrivare ai 50. Quelli con lo zero sono bei numeri. Infatti il primo compleanno che festeggiai da grande (cioè volontariamente) non furono i 18 anni (allora non si usava tanto) ma i 20. Con in sottofondo la canzone di Ranieri omonima! Avevo fatto già cose, tipo il militare dal quale ero appena tornato. Vabbè, tergiverso.
Chi sapeva di questa mia mania mi organizzò a 50 anni una festa a sorpresa. Ma era così a sorpresa che neanche la mia figlia femmina era presente. Stava in crociera!
E dunque spostai la mia linea di confine a 60. Ci devo arrivare! E stavolta – se ci arrivo – la penso da me. Come ho fatto, da settembre scorso. L’obiettivo sembrava oramai a portata di mano. Lo pensava anche il mio cardiologo!
Da allora trovavo sempre il modo di parlarne di questo compleanno. Durante i pranzi di Natale  con maggior dovizia di particolari, per coinvolgere gli affetti stabili: che nessuno stavolta prendesse impegni! Certo io avrei voluto fare una festa tipo Jep Gambardella. Ma mi si rideva dietro. Uno perché non ho i soldi per allestire il set di Sorrentino, due perché non ho tanti amici da riempire una festa, tre perché tra loro non troverei facilmente uno che dicesse ad una ragazza che balla sul cubo: “Te chiavasse!“.
Dovevo per forza ripiegare su qualcosa di più sobrio.
Negli ultimi giorni di svendita ho comprato anche una giacca (non un capo che vesto abitualmente). E solo ora mi ricordo che è rimasta lì in attesa di essere portata al sarto per delle aggiustature. Ma tanto è blu, come le altre 4-5 che tengo.

Allora!? Hai deciso che regalo vuoi per il tuo compleanno?
Ecco, sono ritornato all’apparente normalità, salvo complicazioni. Come scrivevano una volta i medici sui certificati di malattia: 5 gg. (s.c.). Mò non lo so come si fa… mi pare sia tutto digitale: metti la x togli la x… Un po’ come nella vita in generale. Questo sì, questo no. Nessuna sfumatura… Nessun “salvo complicazioni”… Tipo un virus incomprensibile!
Ed allora da domani davvero la quarantena è finita… s.c. (salvo complicazioni).
Esattamente dopo 60 giorni il diario può archiviarsi… Anche se naturalmente continuerò a scrivere, perché un vizio difficilmente si abbandona. Lo sanno bene i pacchetti di sigarette consumati prima, durante e di certo anche dopo la quarantena.