Cinesi e non!

Li abbiamo derisi i cinesi chiusi in casa per decreto!
Abbiamo sorriso alle immagini dei droni che dall’alto controllavano casa per casa, alle disposizioni (obblighi!) ripetute dagli altoparlanti per costringerli a restarsene chiusi in casa anche nei più piccoli villaggi isolati!
Meravigliati, guardavamo le loro metropolitane deserte, quelle loro immense strade deserte, i posti di controllo dove militari e sanitari bardati di tutto punto misuravano la temperatura a chiunque transitasse negli spazi definiti come zona rossa, una immensa zona rossa!
Ci faceva strano sentire delle fabbriche ferme per intere settimane in una delle regioni manifatturiere più produttive del mondo. Un PIL che si dimezzerà probabilmente a fine anno per l’intera Cina (e comunque pur sempre un PIL che cresce il triplo dell’intera Europa!).
No… Noi avremmo R_Esistito!
A noi non sarebbe capitata una cosa del genere. Siamo l’Occidente. Siamo l’Europa. Siamo…
A noi nessuno ci poteva fermare! Quasi che un virus – peraltro sconosciuto – possa essere sconfitto con questa parolina che oramai usiamo a cazzo e per tutto: “resilienza”… Noi saremmo stati insomma una specie di guardrail! Inoltre, noi abbiamo santi e madonne ai quali affidarci, pellegrinaggi da fare esclamando, come la nostra storia c’insegna, “a bbona ‘e ddio!”.
Noi, che mandiamo i medici in pensione perché c’è una demagogica quota 100 da approvare… salvo poi a doverli richiamare nel momento del bisogno!
Noi, che da tempo abbiamo un “numero chiuso” per accedere alla Facoltà di Medicina… ma che poi abbiamo bisogno dei giovani praticanti per l’emergenza!
Noi, che abbiamo tagliato oltre 30mila posti letto, “razionalizzati”, per reparti sparsi sul territorio affinché non si creino inutili doppioni con il risultato che la media europa di posti letto per 1000 abitanti in europa è quasi 5 in Italia poco più 3… in Giappone oltre 13.
Noi, che nel momento del bisogno non sappiamo più chi siamo perché non abbiamo mai più avuto una prospettiva di che Paese vorremmo essere, da un bel po’!
Noi, che quando il gioco si fa duro, anziché scendere in campo, assaltiamo le stazioni, facciamo il pieno nelle nostre auto prese a rate da papà e corriamo nei piccoli paesini che ci stavano tanto stretti e dai quali un dì fuggimmo. Assaltiamo supermercati in piena notte per non restare senza pasta. Non possiamo fare lezioni a distanza per gli studenti se non in rari ed eccezionali casi, nonostante i tanti computer e lavagne digitali che stanno nelle classi a marcire. Non possiamo lavorare da casa perché ancora le connessioni sono “ballerine” in buona parte del Paese.
Noi… che però ce la faremo. Perché siamo un grande Paese!
A bbona ‘e ddio!