Il bluff!

Mi è stato raccontata una menzogna in questi quaranta giorni. Ed io mi sono fidato.
Al 41° giorno di clausura totale in casa, ieri ho deciso di andare al super… Non c’era molta fila, le distanze erano rassicuranti all’esterno e un addetto lì davanti ti diceva quando potevi entrare (non so quale criterio adottasse!).
Ma una volta dentro…
Al reparto frutta la signora doveva prendere le arance nello stesso istante e nella stessa cesta dove stavo prendendo le mie… Al frigo delle verdure dove mi sono precipitato perché non c’era nessuno in vista, mentre prendevo il cavolo bianco l’addetto ha deciso di rifornire di insalate lo scaffale a 50 cm da me! Sono scappato… cavolo! Addio… alla prossima spesa. Reparto del fresco. Prima di avvicinarmi allo scaffale mi sono accertato che non ci fosse nessuno nei paraggi, nessuno pronto ad arrivare. Ho preso il salmone… ed il formaggio a scaglie. E… niente. Non mi serviva più niente… ma non arrivava nessuno ed io guardavo i prodotti, e loro guardavano me. Ma ho fatto due-tre volte avanti e indietro, come quei giorni belli che andavi al super e non ti serviva un cazzo… ma forse la vista ti avrebbe potuto suggerire qualcosa da comprare. Dopo un po’ mi sono rotto e sono andato al reparto prodotti da forno ed affini. Folla (3 persone) che guardavano ognuno il suo pezzo di scaffale, fermi, come in attesa di un miracolo, di qualcosa che spuntasse fuori dai cornetti, i biscotti, le farine… boh. Dietro di me è arrivato uno e si è fermato a cercare qualcosa. Ero bloccato. Per scappare da quel corridoio dovevo affrontare o il nemico alle spalle o gli assalitori davanti.
Ed ho scoperto il bluff!
Non puoi passare col carrellino in un corridoio del super rimanendo alla distanza di almeno 1 metro da un altro cliente. La possibilità – forse l’unica – sarebbe quella di camminare rasente allo scaffale di sinistra, se lui è fermo a guardare a quello di destra, col tuo carrellino spingere il suo carrellino piazzato in mezzo al corridoio… aspettare che lui si volti a guardarti per il rumore dell’urto (ma a voi la mascherina non dà un po’ la sensazione di essere sordi?) o per il fatto che il suo carrellino, colpito, gli tronchi il ginocchio e fargli segno con le mani… “fattallà, famme passà!“. E passi. Se lui è compiacente che si azzecca, a sua volta, allo scaffale di destra. Ma se lui si gira e ti fa segno con la mano: “passa, vide quanta spazio ca ce sta? e che tiene l’andreadoria!?“. Ecco che a quel punto siete costretti ad annullare la distanza sociale.
Fuggo: ho preso 3 cose perché l’ansia è immane. Sarà il fatto della prima volta… come con il sesso o con una nuova partner. Arrivo alle casse. Distanti. E pensi che tra un po’ è finita! Ma… Arriva uno che ti passa accanto per chiedere alla cassiera un prezzo che non c’è o non capisce… Un’altra si frappone tra te e quella davanti per prendere all’espositore della cassa le caramelle a menta! Cazzo.
E poi… poi ci sono tutti quelli che, per passare da un corridoio all’altro, devono per forza attraversare dietro di te o davanti a te. Non c’è la possibilità del metro. Se no tra due clienti in fila ce ne vorrebbero due. E in nessun supermercato ci potrebbero essere più di tre clienti in fila!
Basta. Lascio lì il carrello con le mie tre cose e scappo all’aria aperta.
E rifletto. E mi chiedo perché mi stupisco.
Non è che se all’incrocio c’è scritto STOP a terra sei certo che poi ti daranno la precedenza, sia che tu venga da destra che da sinistra.