Il funambolo

Cosa augurarci per il 2022?
Mah, al punto in cui siamo non possiamo certo fare gli schizzinosi. Qualsiasi passo avanti sarebbe gradito. Un mezzo passo indietro e… cascheremmo nel baratro.
Equilibrio! Come il funambolo: passo dopo passo senza guardare giù.
In queste condizioni occorre fissare il bicchiere e porsi l’eterno interrogativo che il mio dottore mi fa da anni: “Carmine guardiamo la parte mezza piena o quella mezza vuota?” Ovviamente la piena dottò!
Sì perché meno pieno di così resterebbe l’arsura.
Di che possiamo parlare? Non di Covid. Non ci capisco più un cazzo quindi evito. Mi limito ad offrire il mio braccio a qualsiasi sacrificio gli si richieda. Non ho altra scelta e non comprendo chi fa scelte diverse. Il mio bicchiere mezzo pieno è che ho la fortuna di poter starmene isolato il più possibile dal resto del mondo. Sono allenato alla solitudine. Ho impiegato tutta la vita per conviverci bene. Mi manca il Teatro. Ovvio, dopo più di 40 anni faccio fatica a respire senza. Ma se mi guardo attorno e vedo i tentativi scellerati dei miei colleghi li biasimo assai. Un deserto per sopravvivere a cosa? Alla paranoia di rimanere altro da sé? Oltre di sé? Fuori da sé? Inutili cliché per nutrire il proprio ego.
Non parlo del clima. Sotto i nostri occhi il pianeta si sgretola irrimediabilmente e noi abbiamo un obbiettivo lontanissimo: il 2040. Figurati a che serve parlarne. Mi sta passando pure la voglia di fare un’accorta differenziata! Scherzo.
Tolti questi grandi temi collettivi non posso che augurarmi che quest’anno ci porti tante belle facciate di case e palazzi sicché goderne attraversando le nostre città. Ma anche nuove scuole, nuovi mezzi pubblici, nuovi ospedali, ecco! Ma sarà dura. Se ci sono soldi da spendere di sicuro sappiamo fare una sola cosa: spenderli male.
Vedremo subito, sin dall’alba del nuovo anno, se come Paese abbiamo la prospettiva di attraversarlo dignitosamente. Sarebbe uno dei più grandi paradossi della Storia recente se il parlamento a maggioranza grillina eleggesse Berlusconi presidente della Repubblica. Un successo! Il più comico di Grillo. Soffro per la sofferenza dei tanti amici che stimo e che convintamente non più tardi di 4 anni fa hanno votato il M5S.
Ve lo avevo detto, ma non voglio infierire 🙂
Allora piccoli passi: tenersi un amore vero, una passione vera, un desiderio vero, un bene assoluto. E nutrirsi ancora di spiragli di bellezza, questo vi auguro amici miei virtuali o reali.
Un lavoro, certo. Uno di quelli che non ti uccida già quando suona la sveglia. Pagato il giusto. Essenzialmente sicuro!
Vabbè, ho messo un po’ di cose insieme ed ora non mi resta che chiudere come sempre con l’augurio antico e minimalista che ho sempre ascoltato da bambino: c’ho veressemo all’anno ca’ vene!