La strage silenziosa

Quello che è accaduto, accade, accadrà nelle Residenze Sanitarie Assistite richiede le nostre lacrime, oltre una buona dose di indignazione.
Ci siamo scandalizzati sentendo alcuni leader mondiali paventare che il contagio avrebbe costretto a scegliere “tra chi salvare e chi no”. Il rispetto che abbiamo per i nostri vecchi, come popolo, ci faceva provare orrore per queste affermazioni. Ma alla fine dei conti, è la strada che abbiamo imboccato anche noi. Consapevolmente o per superficialità, questo – per fortuna – sarà la magistratura a stabilirlo. Ma non basta!
Non mi basta sapere tra uno o due anni di chi siano state le colpe e sopratutto quanti siano veramente i morti per abbandono nelle case di riposo. Riposo eterno.
Uno schifo. Uno schifo al quale ribellarsi. Ribellarsi alle parole confuse di chi governa e chi amministra. Assistere le persone in condizioni di fragilità non può ridursi ad un semplice calcolo economico. C’è in gioco anche, non solo, il rispetto per la nostra memoria che essi tengono ancora in vita. Il rispetto per chi ci aveva lasciato un mondo ancora vivibile rispettando l’evolversi delle stagioni e delle tradizioni accompagnato ai riti antichi… Mettere la coperta al balcone quando passa la processione, farsi il segno della croce quando mangi una primizia della terra, non capovolgere il pane a tavola o aprire l’ombrello in casa… Cose che ci fanno sorridere, che non ci appartengono più.
Non lo sopporto questo chiacchiericcio di politici, virologi, giornalai e giornaliste, soubrette televisive… Questo accapigliarsi sul nulla mentre il Paese, il mondo, tenta di sopravvivere a se stesso. Sarebbe l’ora del silenzio. Imbavagliarle queste bocche volgari che vomitano insulti alle coscienze.
Mi viene in mente una cosa che diceva mio padre… ora non so più in quali circostanze… ma gliela sentivo dire spesso: “Addò me mine te meneno!“. Gli chiesi una volta di spiegarmi il senso di questa affermazione. E me lo raccontò. Un giovane figlio voleva liberarsi dell’anziano padre ormai “inservibile”. Lo portò su una montagna e salivano, mi pare che il vecchio fosse su una sedia a rotelle o è solo la mia immaginazione che vide così la scena. Ogni tanto il figlio si fermava e chiedeva al padre: “Va bene qua?”. Ed il padre rispondeva con la frase di sopra. E così fino ad arrivare alla cima.
Addò me mine te meneno!