Liberazione!

Buon 25 aprile!
Mi sono svegliato stamattina con questo pensiero di… Liberazione. E non posso non condividerlo visto che oramai, da 50 giorni, vi metto a parte delle mie quotidiane pagine di diario.
Da anni non mi appassionavo più alla narrazione del 25 aprile. Cioè mi sembrava solo una stanca retorica nella quale infilarci “bella ciao!”.
E invece… E invece anche l’abusato e antico ora e sempre resistenza sembra assumere in queste ore, in questi giorni, un significato nuovo, sovrapponibile alla condizione che stiamo vivendo. Resilienza no?!, si ci riempe spesso la bocca di questo termine: capacità di reagire agli urti, alle avversità… Dobbiamo essere resilienti ci suggeriscono psicologi e compagnia. Sì, non c’è altro da fare che RESISTERE innanzitutto!
Alla paura, all’angoscia, all’ansia, alle mancanze, alla disperazione che molti, sempre più tanti, stanno vivendo per la mancanza dei mezzi necessari alla sopravvivenza, al sostentamento quotidiano.
Mai prima di ora, tutti noi nati dopo il 1940 – anno più, anno meno – abbiamo desiderato così tanto la libertà! Un’idea che si accompagna all’Uomo, ma alla quale è difficile dare valore se non sei “prigioniero”!
Mi viene in mente uno dei miei filosofi di riferimento…

Un uomo in catene sa benissimo quello che vuole:
togliersi le catene. E allora lotta, ringhia, si dibatte, tira fuori tutta la sua energia e… SPRAAACK! Libero!
“Sono libero, sono libero, sono libero!… Sono libero!…”
E pian piano i muscoli della sua faccia si rilassano, si afflosciano, lasciando intravedere i chiari sintomi di una tristezza progressiva e infinita.
Dopo un po’… ingrassa, anche.
Ma è chiaro: è la lotta per la libertà che fa bene.
La libertà fa malissimo. A tutti.
Ma i danni maggiori si riscontrano e risultano più evidenti
negli spiriti creativi, negli artisti, nei liberi pensatori. Alt!
Qui ci vuole la censura.
Sì, un bel censore o addirittura, non mi vergogno a dirlo, un dittatore.
Qualcuno che ci dica cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare.
Sì, ma chi? […]
Siamo talmente preoccupati per il sopruso fatto su un singolo individuo che non ci preoccupiamo affatto per il sopruso che subiscono tutti gli altri individui costretti a sorbirsi una valanga di cazzate.
Se qualcuno mi domandasse se sia meglio una società repressiva dove un genio venga isolato e considerato un imbecille pericoloso, o una società libera dove qualsiasi imbecille pericoloso possa diventare un genio… non avrei dubbi, sceglierei sicuramente la seconda,
ma con un po’ di preoccupazione.
Perché se abbiamo già sperimentato quanto faccia male una dittatura militare, non sappiamo ancora quanto
possa far male la dittatura della stupidità!

Ecco, pensavo a questa profezia di Gaber nel suo Elogio della schiavitù!
Per essere liberi ci vuole una Liberazione. Ieri come oggi.
Continuare ad essere “di parte”. Sempre e per sempre.
Belli e Belle… ciao!