Mai più identico!

Sono uscito. Sono andato al bar.
Non so voi, ma ho una specie di paura a lasciare il porto sicuro nel quale mi sono sentito protetto per 60 giorni.
O forse mi sono “accomodato” così bene – alla fine – che rompere questo guscio è in qualche modo destabilizzante per l’equilibrio incerto che avevo trovato.
Già da qualche giorno, come era ovvio fosse, i rumori sono aumentati, fuori dalla finestra. E si sovrappongono a quelli delle sirene che per settimane sono stati gli unici che ho percepito distintamente.
Appartengo a quel 51% di italiani che non ha ancora incontrato gli “affetti stabili”. E sì, perché non saprei bene che cosa fare: abbracciarsi o restare distanti? Passeggiare fianco a fianco con o senza mascherina? Chiudersi in casa fino al momento di lasciarsi o restare all’aria aperta?
Quante complicazioni.
I piedi non entrano nelle scarpe! Non penso che il mio piede sia cresciuto rispetto alla scorsa primavera. Sarà che si sono lasciati andare alla comodità dello stare in casa.
Dunque. Disinfettare le mani con il gel. Prendere la mascherina dagli elastici e indossarla. Mettere i guanti.
E uscire. Come la vestizione di un… un torero!
Non lo so perché mi è venuta in mente questa immagine. Anzi lo so. Ce l’ho chiarissima in quel film visto da ragazzo, “Sangue e arena”. C’era Tyrone Power (il papà di Romina) e Rita Hayworth. Bellissimi! E mi ricordo del rito con il quale il torero si vestiva prima di scendere nell’arena. Tutto studiato, meticoloso, con calma.
Io no, ammetto di avere un po’ di ansia.
Alla fine, varco la soglia di casa e praticamente sono uscito.
Difficile abituarsi di nuovo al traffico, alla gente in strada, alla difficoltà di trovare parcheggio… Tutto uguale a sessanta giorni fa.
Uguale, mai più identico!