Normalità apparente

Abbiamo la necessità che tutto torni nella normalità!
E cerchiamo di riappropriarcene il più velocemente possibile. Se non fosse che questi virologi – compreso il ministro della sanità – continuano a dirci che è nei fatti una ripresa del contagio in autunno! E che cazzo, però… Lasciateci vivere l’estate come si deve. Ce la meritiamo.
Dunque, vediamo di capirci: da un lato c’è il lamento continuo di quelli che per tre mesi di fermo hanno perso tutto; dall’altro, la spinta di coloro che devono andare al mare, al ristorante, a fare l’aperitivo, uscire in barca… fare vacanze all’estero! Solo che è l’estero che non ci vuole. Non c’è equilibrio. Come ogni cosa che accade in questo Paese, da sempre. Su ogni argomento, fosse anche il più banale che tu dici: “ma ‘overo si discute di questa cosa?!” Eh sì… veramente ci si scontra per settimane su cose che, razionalmente, sarebbero lasciate cadere all’istante. Invece no.
Per esempio, ricordate tutta la polemica sul centesimo per i sacchetti della frutta!? Ecco… in Italia va tutto così: ci accaloriamo per l’incidenza sulla spesa di 10-12 euro annue a famiglia e perdiamo di vista i miliardi buttati per decenni in Alitalia che sta ogni volta punto e a capo.
Passiamo oltre questa quarantena velocemente. Pur tra mille polemiche perché ogni giorno ne porta una. Perciò non ci resta che tornare a vivere normalmente.
Ma come? Con o senza mascherina? Con o senza guanti? Con o senza distanziamento sociale?
I guanti vedo che nessuno li porta più. Tranne – e non tutti – qualche esercente che “maneggia” prodotti alimentari e che avrebbe dovuto portarli già da prima. La mascherina è sempre più un optional. Mi pare stia diventando una sorta di orpello, al di là delle estrose fantasie che si vedono sulle facce delle persone. Io, quando ho visto quelle leopardate in giro, potevo anche scrivere la parola fine. Ma mi è restato il dubbio: starà facendo pendant con l’intimo o esprime solo uno stato d’animo?! Non mi è dato saperlo. Vorrei tanto mettere la mia sotto il mento quando sono in auto. Ma non ci riesco. Ho il collo corto. Cioè per me è giusto. Però in effetti un tempo compravo solo le camicie “giusto collo” della Dino Erre che faceva la pubblicità Costanzo. Vorrei portarla all’orecchio, pendente come un orecchino. Ma credo ci voglia una particolare abilità. O le orecchie grandi. E io non le tengo! Anzi, la mia mamma si esaltava sempre per le orecchie piccole che mi aveva fatto. Piccole e azzeccate alla testa. Perché lei e la nonna me le azzeccavano alla testa, dice, per non farmele venire a sventola. Premevano. Mostri!
E solo che mò, la mascherina non resta appesa!