Una guerra non vale l’altra

Alla fine resteranno macerie. Come sempre dopo ogni guerra. A Sarajevo mi colpirono i “buchi” provocati dai mortai che erano ben visibili nei muri degli alti palazzi al centro della città. E la vita continuava col suo traffico caotico, i 6×3 che pubblicizzavano le grandi marche occidentali… le croci bianche “a grappoli” in vari punti che circondavano l’abitato.
La guerra non finisce mai una volta che è iniziata. Chiediamo con grande trasporto la pace. Una qualsiasi purché si smetta di sparare, di lanciare razzi. E poi? Mezzo milione di profughi hanno già varcato i confini. Le famiglie si sono già divise. I bambini hanno subito già i loro traumi. Le cose sono già abbandonate come le case. Non lo so perché questo conflitto stia suscitando solidarietà e mobilitazione mai visti prima. Mai visti per Sarajevo, appunto. O per l’Afghanistan. Per la Siria.
Del resto basta pensare a come si comporta la Polonia: neanche un mese fa respingeva con militari armati i profughi siriani, afghani, iracheni che la Bielorussia gli “spediva” al confine. Neanche un aiuto umanitario per assistere quei profughi fermi per giorni nella foresta polacca al freddo e al gelo è partito dall’Europa. Ci vuole culo anche ad essere profughi verrebbe da dire con cinismo! Ovvio che sia un paradosso quello di cui scrivo. Però… Però ieri mentre guardavo uno dei tanti speciali dedicati alla guerra dai media italiani, proprio mentre era finito un servizio sui bambini che a piedi provenivano da Kiev e facevano gli ultimi chilometri che li separava dal confine polacco, la pubblicità di Save the Children mostrava bambini africani che chiedevano cibo, l’avrete vista anche voi sempre mandata a ora di cena o di pranzo per farti venire i sensi di colpa. Al rientro un altro servizio: da Roma un carico di aiuti alimentari per i profughi ucraini e il volontario diceva: basta mandarci cibo, abbiamo bisogno di medicinali.
Mi sento molto confuso, lo confesso. Non so più se sia giusto mandare le armi o no, se servano più la NATO e l’ONU, se ci vuole il carbone o il nucleare o estrarre più gas o meno gas, o più pale eoliche o… Basta!
Per il momento sono spariti i virologi dalla televisione. Sono riapparsi i generali e gli esperti di strategie geo-politiche. Li congelano e poi li tirano fuori quando servono secondo me, perché sono sempre gli stessi. E si vede che sono invecchiati. Alcuni proprio tanto. E si vede che non sanno che dire stavolta perché una cosa è chiara a tutti: quell’uomo è imprevedibile e mente sempre. Era meglio accorgersene prima.