Whirlpool

Whirlpool chiude definitivamente lo stabilimento di Napoli.
Non è un’azienda in crisi. Ha una storia di oltre 100 anni, decine di stabilimenti nel mondo, centinaia di migliaia di operai, controlla numerosi marchi. In Italia è entrata prima attraverso la Philips e poi acquisendo Ignis a metà degli anni ’70 e più di recente Indesit.
Gli è stato concesso tutto. In Italia ed altrove. Entra in un Paese, fa delle partnership tipo con la Bosch, la Siemens, Electrolux… e poi, come si dice da noi “arriva ‘e sicco e si mette ‘e chiatto!”.
Spreme gli stabilimenti, li riconverte e licenza. Per produrre in altri Paesi tipo Singapore, Hong Kong, Taiwan, Corea o Guatemala, Ecuador, Colombia. Fornisce elettrodomestici ad Ikea.
Ma gli operai di Napoli non servono più. Licenziati, mentre producono, ed hanno prodotto anche durante il primo lockdown, a pieno ritmo.
Mi colpisce questa storia non solo per l’aspetto sociale che genera – un’ingiustizia – ma anche per un ricordo personale.
Non avevo mai sentito il nome Whirlpool finché nella prima metà degli anni ’70 non andai a lavorare in una piccola fabbrica di polistirolo. Noi ragazzi di quegli anni ci tenevamo, nelle pause estive da scuola, a lavorare. In genere si faceva “la lavorazione” nelle fabbriche di pomodoro. Quando mi fu possibile “cacciarmi il libretto” di lavoro a 14 anni, ci andai pure io. Un giorno. 14 ore di lavoro. Mi venne la febbre quella notte e non ci andai più!
Ed allora mio zio Mario mi fece andare a lavorare in questa piccola fabbrichetta appena aperta che stava sotto i locali di dove adesso c’è l’istituto alberghiero, sulla statale.
Ci ho lavorato ogni estate per 3-4 anni. E si facevano lavori per la Whirlpool. Dapprima di nicchia perché bisognava essere accettati con delle prove. Poi, ogni volta che ci tornavo le commesse erano sempre più grosse e di conseguenza gli investimenti che la fabbrica doveva fare, allargandosi. Producevamo tutti quegli strani pezzi di polistirolo che si mettono negli imballaggi di lavatrici e frigoriferi.
Che danno pure francamente fastidio quando devi tirare fuori dal cartone qualche piccolo elettrodomestico.
Comunque, in giro elettrodomestici Whirlpool non se ne vedevano. Più che altro erano produzioni per così dire industriali (mense, cucine di ristoranti, lavanderie e via dicendo). Poi, quando ho cominciato a vedere in giro i primi elettrodomestici Whirlpool ne comprai uno. Un frigorifero blu.